Castello di Marene

Villa-Castello Senza Nome
Un luogo in cui le presenze più forti sono proprio le assenze.
Un castello che non è propriamente un castello, una villa che non è propriamente una villa. Qualunque cosa sia stata questo palazzo di metà Ottocento, quel che ne resta ora non è che una celebrazione della decadenza, della rovina, della vanità delle fortune umane.
Il cancello continua a proteggere il vecchio palazzo: da questa distanza lo sfacelo si nota a malapena: la lontananza, in certi casi, è una forma di pietà...
... ma come sempre, appena ci si avvicina ogni menzogna diventa impossibile: il disastro risulta evidente...
Giriamo intorno al corpo dell'edificio come un coroner intorno ad un cadavere: le ferite di fuori, nascoste appena dalla vegetazione infestante, sono il segnale rivelatore di quelle di dentro, ancora più profonde, nascoste e insanabili, quasi tutte mortali...
Nulla si muove, nel parco. Solo un frullare di ali confuso, tra le fronde degli alberi, accompagna i nostri passi. Colombi, corvi, passeri. Perfino un gufo si allontana, disturbato dalla nostra presenza...
Chissà chi si affacciava da queste finestre. Chissà chi sbircia verso di noi, adesso, mentre noi non lo vediamo... Cosa resta, adesso, di quegli sguardi?
... torri e merlature che oggi servono soltanto di rifugio ai piccioni...
Questi ospiti di pietra non sembrano affatto contenti di vedere qualcuno salire di nuovo i gradini di queste scale... ci fissano coi loro occhi di pietra con astio, come se volessero mandarci via...
... saliamo? Forse dovremmo chiedere il permesso all'edera e ai rovi: ormai sono loro, insieme ai piccioni, i veri padroni di casa...